#èunaltrAvventura...sembra strana ma la viviamo lo stesso - Gruppo Naturopatia Integrata

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Tubetta's Story - 4° puntata

Gruppo Naturopatia Integrata
Pubblicato da marina in SANTA MARIA AL BAGNO · 20 Febbraio 2021


Arrivo a casa, accompagnata da una Michela mielosa piùchemai, con al seguito trasportino, lettiera, sabbia per lettiera, scodelle varie, dose industriale di alimenti umido-secco, cuccetta piccolina e due topini di pezza per farla divertire. Mi sono opposta solo al tiragraffi modello torre di Pisa che il tipo del negozio mi voleva rifilare.
 
Durante il tragitto metto in atto la tecnica del “pensiero positivo”: sono sicura che accetteranno, basta vederla per innamorarsene, poi Chiara ha la figlia che ama gli animali, Selene ha anche avuto due cagnoni, si me la sento, in fondo sono le mie amiche, ci vogliamo bene, non possono dire di no.
 
Infatti non dicono subito di no semplicemente perché non immaginano l’epilogo della bellissima storiella che io e Michela con i lacrimoni stiamo raccontando, con in braccio l’anima beata ed ignara. Solo quando Michela va a scaricare il tutto iniziano lentamente a realizzare e a dire no, fare segni con la testa, parlare tutte insieme, agitarsi, che anche se non si è studiato comunicazione verbale, non verbale, mimica, prossemica, gestualità ed altro, il messaggio che emerge è chiarissimo: NO, NO E POI ANCORA NO.
 
Alice è sicura di essere allergica al pelo di gatta perché sia sua madre che sua zia lo erano, Chiara scuote la testa senza parlare, profondamente delusa che abbia potuto avere questa idea, Selene mi sembra la più disponibile ma fa quadrato anche lei e si rifiuta categoricamente di accarezzarla e toccarla.
 
Le mie AMICHE. Tutte e tre.
 
Non ho spazi di manovra, riesco a capirlo in tempo e ci ritiriamo in buon ordine nella mia camera, io, Micetta, e tutti gli annessi.
 
Se non è la curiosità che mi rovinerà la vita sarà sicuramente la facilità con cui mi cimento in situazioni decisamente al di sopra della mia portata.
 
Come quella di accudire una gattina. Da sola. Circondata dalla disapprovazione di tutti, anche della stessa, che non vuole mangiare, bere, cagare, giocare, niente di quello che un comune gatto dovrebbe fare. Miagola e miagola, si nasconde sotto il punto più buio dell’armadio, tira fuori le unghiette, fa la pipì in giro, esaurisce l’ultima dose di pazienza che le avevo riservato.
 
Al di fuori della stanza nessun commento, nessuna domanda, sembrano trasformate in tre sfingi e mi passano attraverso senza vedermi.
 
Ritento con Michela, con la veterinaria e con mio marito, disposta a portargliela in treno l’indomani. Tutti gentilissimi, comprensivi, empatici, tempestivi e velocissimi a dire di no.
 
Ormai sono due notti che non dormiamo, immagino che lei lo faccia di giorno, per dispetto, ma la mia leggendaria forza morale e fisica si sta rapidamente disintegrando per colpa di questa minuscola bastardina che non mi riconosce come capo-branco ma nemmeno come compagna di sventure.
 
All’alba del terzo giorno, con gli occhi a palla, arrivo in cucina anelando un caffè bollente e… lo vedo, in una tazzina pronto per me, e loro tre sedute tranquille, tre ore prima della loro solita levata. Non mi guardano ma prima Selene, quasi bisbigliando, mi fa “ma hai provato con i fiori di Bach? Fanno miracoli con gli animali”, poi Chiara “si, però non la vorrai chiamare Micetta, è così banale, chiamiamola Tubetta, in fondo l’hai trovata in un tubo”. Nome orribile, ma per non svegliarmi dal miraggio sarei disposta a tutto, per cui annuisco incredula. Infine Alice “sai, ho telefonato ai miei due fratelli, non sono per niente allergici, magari non lo sono nemmeno io, posso provare ad avvicinarmi per gradi”.
 
Ormai è ufficiale, siamo in cinque, abbiamo allestito nel ripostiglio la CUCCIA DI DAMALULU’ + TUBETTA, e conviviamo, almeno per il momento, pacificamente insieme.
 



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